Come creare dialoghi
“Dottore, vorrebbe cortesemente mostrarmi la modalità più idonea?”
“A ’mpunito, famme vede’ ’ndo anda’”
“Cioè… ehm… sì, la cosa si potrebbe anche… oppure…”
Ecco tre esempi di dialoghi sbagliati. Perché? La prima frase è troppo letteraria, la seconda gergale e la terza replica troppo il parlato.
Il dialogato dei romanzi e dei racconti deve suonare verosimile e credibile, ma della lingua “vera” deve riportare solo le parti più interessanti per il lettore e funzionali alla storia. Il dialogo aiuta a spiegare ciò che non voglio raccontare, caratterizza i personaggi, fa muovere la storia. È una delle parti più difficili da rendere. Ma ecco qualche trucchetto per riuscire nell’impresa.
Ascolta. È la tua arma vincente. Sui mezzi, in coda, per strada: senti come parla la gente. Soprattutto quella che ti interessa raccontare. Segnati le frasi più interessanti e mettile da parte: prima o poi ti torneranno utili.
Caratterizza. Ogni personaggio ha la sua voce, in base a età, ceto sociale, indole. Non fare l’errore più grave: far parlare tutti i personaggi con un’unica voce. La tua.
Parlato, ma non troppo. Il dialogo letterario è una via di mezzo fra ciò che si dicono realmente le persone e la sua versione aulica. Cerca sempre di stare nel mezzo.
Tic linguistici. Ci sta regalare a ogni personaggi delle particolarità. Una persona ignorante potrà fare degli svarioni, fonte di comicità. Occhio a non esagerare, scadendo nella macchietta.
Parolacce, gergo, dialetto. Anche in questo caso sono sfumature che aiutano, ma da usare con moderazione.
Focus group. E se devi raccontare dei personaggi lontani da te? A me è successo con Il sogno di Anna, dove la protagonista aveva 15 anni. Ho messo insieme un gruppo di teen-ager e… le ho fatte parlare!
Attenzione alle epoche. Se facciamo salti indietro nel tempo, dobbiamo tener conto degli usi del tempo, delle formule di cortesia, dell’uso del voi al posto del lei…
GenZ o Boomer. Anche in questo caso, occhio al gergo, ai tic linguistici, alle espressioni più comuni… Ma senza esagerare o generalizzare.
Evita le frasi fatte. “Lo prendo come un no”, “Sono nato pronto, bambola” se lo hai già sentito mille volte, evita. A meno che la banalità non rientri nel registro del tuo personaggio.
Recita a voce alta. Trovati un complice e recita con lui/lei i tuoi dialoghi. Nel botta e risposta vedrai che emergerà se le tue parole sono credibili, interessanti, di impatto.
Oltre che giornalista e scrittrice, sono anche formatrice.
Con l’associazione Il tempo ritrovato tengo online dei corsi di scrittura, base e avanzato. Ci sto prendendo la mano e gli allievi sembrano divertirsi. Un paio hanno anche pubblicato il loro romanzo!
Quindi, se ti va, ci possiamo vedere in aula (virtuale) da settembre.
Nel frattempo, inizia a prendere nota delle tue idee. E di quello che si dice in giro.