Oggi, come ogni giorno, ricordo Mario Bianco.
La letteratura, come il cinema, rende immortali. Se i film ci regalano per sempre l’immensa figaggine di Humphrey Bogart o l’adorabile burrosità di Marilyn Monroe, i libri fissano nella memoria anche chi non c’è più.
Tre anni fa, ho perso il mio migliore amico. Da allora, l’ho inserito in tutti i miei libri.
In Anna Politkovskaja. Reporter per amore il protagonista Giorgio non gli assomiglia né nell’aspetto né nel carattere, però fa il suo stesso lavoro. E per tanti è “il tipo sempre in giacca e cravatta” come lo ha ricordato la figlia Silvia, il giorno del funerale.
Nell’antologia di donne Condominio noir c’è un personaggio che si chiama come lui, fa il suo stesso lavoro, ha il suo stesso colore di occhi (verde), lo stesso garbo e l’identico debole per il gentil sesso. Un modo per tenerne viva la memoria, per quanto possa fare la letteratura.
Chi era Mario
Mario Bianco era un selezionatore del personale e scrittore, nato il 13 marzo 1947. Per quasi 25 anni, è stato il mio migliore amico e il mio mentore. Selezionandomi per Millionaire, in una mattina piovosa di novembre, ha cambiato per sempre la mia vita lavorativa. Poi mi ha voluta a suo fianco nel libro umoristico Curricula ridicula (Rizzoli), facendomi così esordire come autrice. Da lì: tante risate, libri insieme, feste in terrazza e in tavernetta, amici (che, per la proprietà transitiva dell’amicizia, erano amici di entrambi), progetti. Sempre vicini, anche nei momenti importanti, non solo quelli lieti.
Mario, che se ne è andato in un giorno di fine marzo del 2019, era colto, spiritoso, intelligente, generoso. Non dico che non avesse difetti, tutti ne hanno. E, forse, non in tutti i ruoli è stato sempre all’altezza. Ma come amico, per me, è stato perfetto.
Mario ha scritto 15 libri, di cui 3 manuali seri (in più edizioni) e il resto “faceti”. Amava far ridere, senza mai offendere.
Il mio grande dispiacere è non essere riuscita a dedicargli una pagina su Wikipedia, cancellata più volte perché considerata dagli “esperti” “troppo promozionale” (e perché mai? La maggior parte dei suoi libri sono fuori catalogo). L’ho messa, almeno, sul mio sito: la potete leggere qui.
Ma se volete ricordarlo con un sorriso, vi consiglio di leggere il suo bestseller La mia azienda sta stirando le cuoia, che ancora si trova, magari usato. Lo lessi la notte prima di incontrarlo per la selezione, richiamata da mia nonna («Spegni, domani hai il colloquio»). Ma non potevo smettere: è il libro più divertente che abbia mai letto.